Breve storia del Tempio dell'Incoronata
Verso la fine del XV secolo nella contrada de' Lomellini (oggi via Incoronata) era situata una casa di tolleranza, sulla cui facciata era affrescata un'immagine della Madonna.
Risse, duelli e litigi fra ubriachi e prostitute erano quotidiani. Durante una di queste risse, secondo la tradizione nel mese di settembre del 1487, l'effigie della Madonna lacrimò e invitò i presenti a costruire su quel luogo un tempio a lei dedicato.
I governanti della città che avevano già intenzione di chiudere la casa malfamata, colsero l'occasione e abbatterono l'edificio. Incaricarono della progettazione del tempio l'architetto lodigiano Giovanni Battaggio, allievo del Bramante.
La prima pietra venne posta il 29 maggio 1488, ma dopo circa un anno il Battaggio entrò in contrasto con i committenti e ruppe il contratto.
Gli amministratori chiamarono allora a dirigere la costruzione gli ingegneri Giangiacomo Dolcebuono e Lazzaro Palazzi, che seguendo il disegno originale continuarono la costruzione e la portarono a termine nel 1493.
Il 30 gennaio del 1494 con una solenne cerimonia, alla quale parteciparono tutte le autorità civili e religiose; venne collocato sull'altare maggiore l'affresco della Vergine inserito in una cornice lignea opera dei fratelli Lupi (ora conservata nel museo del Castello Sforzesco di Milano).
Il campanile venne eretto, su disegno del Dolcebuono, fra il 1501 e il 1503 e il pavimento che era di legno, venne sostituito nel 1540 con uno di marmo dal cremonese Cristoforo Pedoni che lo ultimò tre anni dopo.
All'interno della chiesa lavorarono artisti e pittori di fama, come Giovanni e Matteo Della Chiesa che affrescarono la cappella di San Giovanni Battista (gli affreschi ora si trovano nel Museo civico) e Antonio da Fossano detto il Bergognone, che affrescò la cappella dell'altare maggiore, andata distrutta.
Più massiccio fu invece l'intervento pittorico della famiglia Piazza, prima con Albertino e Martino, poi con il figlio di quest'ultimo, Callisto che lavorò per oltre trent'anni a partire dal 1529. Nel Seicento la nuova arte barocca non risparmiò la chiesa di cambiamenti strutturali.
Francesco De Lemene, poeta e influente personaggio dell'epoca, concepì il progetto di costruire dietro l'altare maggiore il coro e incaricò l'architetto papale Carlo Fontana di progettare l'abside e il nuovo altare.
II nuovo coro fu affrescato da Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino e Andrea Lanzani, mentre dell'esecuzione degli stalli lignei fu incaricato Carlo Antonio Lanzani.
Sempre in questo periodo si provvide a dotare la chiesa di una nuova sacrestia molto più ampia di quella vecchia, arredandola con superbi armadi di noce realizzati da Antonio Rotta.
Gli ultimi interventi che conclusero la fase della decorazione sono della prima metà dell'Ottocento e definiscono l'immagine attuale del maestoso tempio.
Si eliminarono dalla cupola i precedenti stucchi barocchi, realizzati nel 1623, che vennero sostituiti con otto affreschi eseguiti dal pittore bergamasco Enrico Scuri.
Anche la facciata seicentesca subì delle modifiche ad opera dell'architetto Afrodisio Truzzi con la costruzione di un loggiato a finestre binate sopra il porticato dell'ingresso.
Al 1744 risale la decorazione della sacrestia, coperta da una volta molto ribassata con vele in corrispondenza delle finestre e finte architetture, queste sfondando lo spazio fanno perdere il senso reale delle proporzioni. Gli arredi lignei, particolarmente preziosi per il fine decoro delle cimase, sono opera di Antonio Rotta.
Gli ultimi importanti restauri, conclusi nel 1995, hanno riportato l'Incoronata agli antichi splendori.